Ci sono errori imperdonabili che vanno al di là del contenuto: quelli legati alla grammatica
Scritto da Fabiano Farina e apparso su Ninja Marketing
- GCDS ha lanciato uno spot in collaborazione con Barilla che ha come protagonista Sophia Loren.
- Il film pubblicitario ha suscitato pareri contrastanti sui social, ma è stato molto apprezzato per la realizzazione.
- Quello che gli utenti non hanno proprio perdonato è un errore di grammatica nell’headline del video.
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Cosa ci ha insegnato il nuovo spot di GCDS in collaborazione con Barilla?
Che si può realizzare un lavoro stupendo, di rottura con il passato di un brand e di forte impatto, ma che questo lavoro può essere demolito da un semplice errore grammaticale.
La storia
Il brand di streetwear GCDS ha lanciato recentemenre un film pubblicitario in partnership con il brand di pasta, con protagonista la splendida Sophia Loren e un parterre di drag queen, artisti e influencer LGBT.
Il messaggio: una grande apertura all’inclusione, alla diversità e alla famiglia moderna, corredata da una special capsule collection di GCDS e da un pack tutto rosa in edizione limitata.
Il caso
Era facile prevedere reazioni diverse. C’è stata sicuramente una folta platea che ha apprezzato il contenuto, per via della discontinuità con qualche scivolone nel passato di Barilla, dell’argomento trattato con uno stile artistico unico, per il sapore vintage della pellicola e, perché no, per la bellezza di una donna come Sophia Loren che non passa mai di moda.
Ci sono state però anche critiche da parte di chi non ritiene credibile un cambio di rotta da parte del brand, anche se c’è da sottolineare che la campagna è realizzata da GCDS e non direttamente da Barilla.
Sulla nostra pagina Facebook però, analizzando commenti e ricondivisioni, è saltata all’occhio una grandissima e inedita accusa: un errore grammaticale a quanto pare imperdonabile.
Tutto per un apostrofo
Lo spot in questione, dal titolo “Dinner’s Ready”, in estrema sostanza è un invito a tutti i protagonisti da parte di Sophia Loren a recarsi a tavola il prima possibile perché la pasta è pronta. Il tipico richiamo della mamma a sedersi attorno alla tavola per il pranzo.
L’headline in sovraimpressione contiene un errore: “E’ PRONTO!” in maiuscolo, dove invece dell’accento è stato utilizzato l’apostrofo.
Si tratta di un errore comune: chi è abituato a leggere articoli online, quotidiani oppure romanzi e saggi, si è imbattuto almeno una volta in questo uso “creativo” dell’apostrofo. Una giustificazione plausibile può essere che non tutti conoscono il modo per scrivere la “e” accentata maiuscola con la tastiera. In questo caso però, cioè quello di un video spot di un brand internazionale con un pubblico molto ampio, tale giustificazione non può essere accettata.
Il mondo creativo crede ancora (per fortuna) nella grammatica
C’è proprio una cosa che all’addetto ai lavori della comunicazione non va giù: leggere slogan, headline, bodycopy con errori grammaticali.
A dare così fastidio non sono quegli errori comuni che fanno pensare a semplici refusi. Può capitare a tutti di ripetere una parola all’interno della stessa frase; può capitare di scrivere “sé stessi” invece di “se stessi”; può capitare di scrivere l’affermazione “sì” senza l’accento.
Ci sono tuttavia alcuni modi di dire e di scrivere assolutamente errati, figli di usi e costumi del nostro tempo e del nostro personale spazio. Scrivere l’articolo indeterminativo prima di un nome proprio (es. il Fabiano) è sbagliato; dire “settimana prossima” è sbagliato; “piuttosto che” non vuol dire “oppure”; non si dice “per davvero”, ma il solo “davvero”.
Come se non bastasse, ad aggravare la situazione si aggiungono quei termini che Annamaria Testa riferisce ad una nuova lingua emergente: l’itanglese. Facciamo una “call”, “scheduliamo” un appuntamento, “briffiamo” il cliente, e altri mostri magnifici.
Per non parlare della punteggiatura: i suoi segni grafici sono vittime del più grande genocidio culturale del nostro secolo.
Ma GCDS in questo spot, che in ogni caso noi riteniamo bellissimo e assolutamente di rottura con gli stereotipi del passato, ha posto l’attenzione dei nostri lettori su un particolare tipo di errore grammaticale che non tutti riuscirebbero a riconoscere ma che salta all’occhio di chi ha una sensibilità spiccata verso questo argomento: l’utilizzo dell’apostrofo.
Aver scritto “E’ pronto!” invece di “È pronto!” è stata la vera notizia del giorno.
Alcune dritte sull’uso dell’apostrofo e non solo
L’uso dell’apostrofo in lingua italiana è previsto principalmente per tre fenomeni: elisione, troncamento e aferesi. Non verremo qui a dissertare sul loro significato perché non ne abbiamo di certo i titoli.
Possiamo però dare alcune dritte utili a tutti i lettori che lavorano nel campo della comunicazione per dare un piccolo contributo al corretto uso dell’apostrofo e, di conseguenza, della lingua italiana.
- Si scrive sempre qual è, senza l’apostrofo;
- Si scrive sempre un po’, con l’apostrofo (e non l’accento);
- Un altro se maschile, un’altra se femminile;
- Si scrive sempre d’accordo e non daccordo
- Se scrivete da pc, la combinazione ALT+0200 produce questo: È;
- Invece da Mac la combinazione è ALT+SHIFT+E